La ricerca costituisce l’aggiornamento dei precedenti studi del 2011 e del 2013 sul trasporto autobus di lunga percorrenza in Italia.
Lo studio si propone di verificare qual è stato l’impatto della liberalizzazione in termini di offerta di servizi.
Lo scorso anno è infatti avvenuto il passaggio dal regime di concessioni esclusive a quello autorizzativo, che ha comportato la possibilità di competizione diretta su qualunque rotta che attraversa almeno tre regioni.
Analogamente a quanto accaduto in Germania, Francia e altri paesi europei, la liberalizzazione ha dato, in tempi molto rapidi, un grande impulso al settore. Gli effetti più evidenti sono stati:
- l’introduzione di nuove relazioni servite (circa il 33% in più rispetto al 2013 da parte di oltre un terzo delle aziende);
- l’aumento delle frequenze settimanali (circa il 38% in più che ha interessato metà delle aziende considerate);
- la proposta di nuovi modelli di offerta (intercity, notturno tra grandi città, etc.);
- un marcato utilizzo di tariffe differenziate soprattutto sulle tratte in competizione con la ferrovia.
Inoltre, lo studio ha analizzato anche un “nuovo modo” di trasporto di lunga percorrenza che nell’ultimo biennio ha visto una non trascurabile crescita dell’utenza soprattutto nel nord Italia: il carpooling (o ridesharing), cioè la possibilità di condividere lo spostamento in auto tra due località tra più di persone con il fine di ridurre i costi del trasporto.